Si tu si omu e non si testa pazza

 

Oggi  è partita così, con il Sud.

Fuga dell’anima

tornare a sud,

Che sudati è meglio
e il morso è più maturo
e la fame è più fame
e la morte è più morte
sale e perle sulla fronte
languida sete avara
bellezza che succhi la volontà
dal cielo della bocca
bocca bacio di pesca che mangi il silenzio
del mio cuore

E poi mi sono messa a fare colazione, alla finestra.

Sugnu sempre alla finestra e viru genti spacinnata, sduvacata ‘nte panchini di la piazza, stuta e adduma a sigaretta, gente ca s’ancontra e dici “ciao” cu na taliata, genti ca s’allasca, genti ca s’abbrazza e poi si vasa, genti ca sa fa stringennu a cinghia, si strapazza e non si pinna, annunca st’autru ‘nvernu non si canta missa, genti ca sa fa ‘lliccannu a sadda, ma ci fa truvari a tavula cunsata a cu cumanna.
E il mafioso che arriva col macchinone e deve fare la comunione, il prete he taglia l’omelia con due parole per fargli fare la comunione, la Giusy/giusippina moglie dell’imprenditore arricchito che vuole la lemonsoda, e il tipo che vuole che esca a ballare piuttosto di stare a guardare…
Va bene, ha ragione, inizio a far qualcosa. Mi spingo all’azione, niente di meglio che questo canto popolare della metà dell’800, ripreso da Dario FO, Domenico Modugno, Carmen Consoli, Roy Paci. Cristo in croce risponde al villano che gli chiede giustizia contro il padrone di tirar fuori il bastone, di incazzarsi perchè nessuno farà giustizia al posto suo. Bella la storia di questo canto, le cui prime tracce si intercettano nella “Raccolta di canti popolari siciliani” pubblicata a Catania dal marchese Lionardo Vigo nel 1857. Da fonti non verificate si dice che per l’occasione sia stato modificato per sfuggire alla censura del Regno Delle Due Sicilie e vengono messe in bocca a Cristo parole di rassegnazione(“a chi ti offende, bacialo e abbraccialo, e in Paradiso siederai con me”).
Caduti i Borboni, si afferma la versione corretta (che troviamo nella ‘Raccolta amplissima di canti popolari siciliani‘ dello stesso Vigo, edita dopo il 1870) nella quale, invece, Cristo invita il servo alla ribellione “E tu hai forse storpie le braccia/oppure le hai inchiodate come me?/Chi vuole la giustizia se la faccia/né speri che altri la faccia per te”.
Insomma, posso iniziare a studiare.

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